C'era una volta una donna straordinaria chiamata Ipazia. Viveva nell'antica città di [[Alessandria]], nel IV secolo d.C., una delle città più culturalmente ricche del mondo. Ipazia era un'erudita, una [[matematica]], un'[[astronoma|astronomia]] e una [[filosofa|filosofia]] di grande talento. <div style="position: relative; width: 100%; height: 0; padding-top: 100.0000%; padding-bottom: 0; box-shadow: 0 2px 8px 0 rgba(63,69,81,0.16); margin-top: 1.6em; margin-bottom: 0.9em; overflow: hidden; border-radius: 8px; will-change: transform;"> <iframe loading="lazy" style="position: absolute; width: 100%; height: 100%; top: 0; left: 0; border: none; padding: 0;margin: 0;" src="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj9yi-JvM&#x2F;view?embed" allowfullscreen="allowfullscreen" allow="fullscreen"> </iframe> </div> <a href="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj9yi-JvM&#x2F;view?utm_content=DAFj9yi-JvM&amp;utm_campaign=designshare&amp;utm_medium=embeds&amp;utm_source=link" target="_blank" rel="noopener">Progetto</a> di Caterina OrtuFin da giovane, Ipazia dimostrò un'intelligenza e una curiosità straordinarie. Suo padre, Teone, era anch'egli un filosofo, riconobbe il suo potenziale e decise di educarla personalmente. Ipazia trascorse molte ore nel vasto archivio della famosa [[Biblioteca]] di Alessandria, immergendosi nel sapere antico e nelle opere dei grandi [[filosofi|filosofia]] Nonostante la sua eccellenza scientifica, la vita di Ipazia fu interrotta tragicamente. Fu oggetto di persecuzione politica e religiosa, e alla fine fu assassinata da una folla di estremisti cristiani. Questo evento ha contribuito ad accrescere la sua leggenda come simbolo di coraggio e difesa della libertà di pensiero. <div style="position: relative; width: 100%; height: 0; padding-top: 100.0000%; padding-bottom: 0; box-shadow: 0 2px 8px 0 rgba(63,69,81,0.16); margin-top: 1.6em; margin-bottom: 0.9em; overflow: hidden; border-radius: 8px; will-change: transform;"> <iframe loading="lazy" style="position: absolute; width: 100%; height: 100%; top: 0; left: 0; border: none; padding: 0;margin: 0;" src="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj96b1vMw&#x2F;view?embed" allowfullscreen="allowfullscreen" allow="fullscreen"> </iframe> </div> <a href="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj96b1vMw&#x2F;view?utm_content=DAFj96b1vMw&amp;utm_campaign=designshare&amp;utm_medium=embeds&amp;utm_source=link" target="_blank" rel="noopener">Ipazia giovane</a> di Caterina OrtuCome matematica, [[Ipazia]] è stata un'autorità nella [[geometria|astronomia]] e ha scritto numerosi trattati su questo argomento. Ha contribuito a sviluppare e diffondere il metodo di dimostrazione matematica chiamato "riduzione all'assurdo", che consiste nel dimostrare la verità di un'affermazione mostrando che l'assunzione contraria porta a una contraddizione. <div style="position: relative; width: 100%; height: 0; padding-top: 100.0000%; padding-bottom: 0; box-shadow: 0 2px 8px 0 rgba(63,69,81,0.16); margin-top: 1.6em; margin-bottom: 0.9em; overflow: hidden; border-radius: 8px; will-change: transform;"> <iframe loading="lazy" style="position: absolute; width: 100%; height: 100%; top: 0; left: 0; border: none; padding: 0;margin: 0;" src="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj91YBeT0&#x2F;view?embed" allowfullscreen="allowfullscreen" allow="fullscreen"> </iframe> </div> <a href="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj91YBeT0&#x2F;view?utm_content=DAFj91YBeT0&amp;utm_campaign=designshare&amp;utm_medium=embeds&amp;utm_source=link" target="_blank" rel="noopener">Progetto</a> di Caterina OrtuLa sua fama di sapiente si diffuse rapidamente, attirando studenti e studiosi da ogni parte del mondo. Ipazia divenne una docente rispettata e ammirata all'Università di Alessandria, dove insegnava [[matematica]], [[filosofia]] e [[astronomia]]. I suoi insegnamenti erano illuminanti e affascinanti, e i suoi studenti rimanevano incantati dalle sue lezioni. <div style="position: relative; width: 100%; height: 0; padding-top: 100.0000%; padding-bottom: 0; box-shadow: 0 2px 8px 0 rgba(63,69,81,0.16); margin-top: 1.6em; margin-bottom: 0.9em; overflow: hidden; border-radius: 8px; will-change: transform;"> <iframe loading="lazy" style="position: absolute; width: 100%; height: 100%; top: 0; left: 0; border: none; padding: 0;margin: 0;" src="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj9ySiLBg&#x2F;view?embed" allowfullscreen="allowfullscreen" allow="fullscreen"> </iframe> </div> <a href="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj9ySiLBg&#x2F;view?utm_content=DAFj9ySiLBg&amp;utm_campaign=designshare&amp;utm_medium=embeds&amp;utm_source=link" target="_blank" rel="noopener">Progetto</a> di Caterina OrtuIpazia ha lavorato anche nell'ambito dell'astronomia. Ha studiato i movimenti dei corpi celesti e ha fatto importanti osservazioni sulle eclissi solari e lunari. È stata anche coinvolta nella costruzione di strumenti astronomici come l'astrolabio, un dispositivo utilizzato per misurare la posizione degli astri. Tuttavia, le sue contribuzioni scientifiche sono state in gran parte perse nel corso del tempo a causa della distruzione della biblioteca di Alessandria e della mancanza di documentazione accurata. Gran parte di ciò che sappiamo su Ipazia deriva da resoconti successivi e da testimonianze di autori dell'epoca. Le sue [[lezioni|Biblioteca]] erano affascinanti e coinvolgenti. Ipazia utilizzava strumenti sofisticati per dimostrare le leggi celestiali e spiegava in modo chiaro e conciso i movimenti dei pianeti e delle stelle. I suoi studenti la ammiravano per la sua saggezza e per la sua capacità di rendere complessi concetti astronomici accessibili a tutti. <div style="position: relative; width: 100%; height: 0; padding-top: 100.0000%; padding-bottom: 0; box-shadow: 0 2px 8px 0 rgba(63,69,81,0.16); margin-top: 1.6em; margin-bottom: 0.9em; overflow: hidden; border-radius: 8px; will-change: transform;"> <iframe loading="lazy" style="position: absolute; width: 100%; height: 100%; top: 0; left: 0; border: none; padding: 0;margin: 0;" src="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj9z-HdfI&#x2F;view?embed" allowfullscreen="allowfullscreen" allow="fullscreen"> </iframe> </div> <a href="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj9z-HdfI&#x2F;view?utm_content=DAFj9z-HdfI&amp;utm_campaign=designshare&amp;utm_medium=embeds&amp;utm_source=link" target="_blank" rel="noopener">Progetto</a> di Caterina OrtuDado che non ci sono molte informazioni dirette sulla filosofia di Ipazia, poiché gran parte dei suoi scritti sono andati perduti, possiamo solo fare supposizioni sulla base della sua appartenenza alla scuola neoplatonica di [[Alessandria]] e dei principi generali del neoplatonismo. Il neoplatonismo è una corrente filosofica che combina elementi della filosofia platonica con elementi del pensiero orientale, come l'idea dell'Uno supremo e la ricerca dell'unione mistica con la realtà ultima. Questa scuola filosofica si concentra sulla natura dell'anima, l'ascesa spirituale e la conoscenza intuitiva. È ragionevole supporre che Ipazia abbia condiviso molte delle concezioni neoplatoniche, ma la sua particolare interpretazione e contribuzione filosofica non sono chiaramente documentate. Tuttavia, considerando che era un'importante [[docente e studiosa|Biblioteca]], è probabile che abbia approfondito temi come l'epistemologia, la metafisica e l'etica. <div style="position: relative; width: 100%; height: 0; padding-top: 100.0000%; padding-bottom: 0; box-shadow: 0 2px 8px 0 rgba(63,69,81,0.16); margin-top: 1.6em; margin-bottom: 0.9em; overflow: hidden; border-radius: 8px; will-change: transform;"> <iframe loading="lazy" style="position: absolute; width: 100%; height: 100%; top: 0; left: 0; border: none; padding: 0;margin: 0;" src="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj93OD-lo&#x2F;view?embed" allowfullscreen="allowfullscreen" allow="fullscreen"> </iframe> </div> <a href="https:&#x2F;&#x2F;www.canva.com&#x2F;design&#x2F;DAFj93OD-lo&#x2F;view?utm_content=DAFj93OD-lo&amp;utm_campaign=designshare&amp;utm_medium=embeds&amp;utm_source=link" target="_blank" rel="noopener">Progetto</a> di Caterina Ortu