La Basilica di San Gavino fu sede episcopale dal 484 al 1441, quando venne trasferita a Sassari.
La cattedrale romanica sorge tra due cortili, “atrio Comita” e “Metropoli”, su una precedente struttura a tre navate
incorporata nel nuovo edificio.
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La costruzione avvenne in due tempi: iniziata prima del 1065 da Gonario Comita, Giudice di Torres e Arborea, a partire
dall’abside orientale, fu ultimata dal figlio Barisone I, giudice turritano, entro il 1111 come attesta l’iscrizione funeraria nella base della parasta del fianco allo spigolo nord.
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La basilica è frutto, però, di un progetto unitario con pianta a tre navate e absidi contrapposte lungo l’asse nord est – sud ovest, dovuto a “undici maestri architetti, i
migliori che potessero chiamarsi da Pisa”.
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L’interno è diviso da ventidue colonne e tre coppie di pilastri cruciformi.
Le colonne sono di recupero, in granito e marmo; i capitelli sono prevalentemente romani (tre dei quali, decorati con
colombe, rilavorati in epoca altomedievale) mentre due sono
romanici.
La navata centrale è coperta con capriate lignee protette esternamente da lastre di piombo; le navatelle laterali sono
voltate a crociera.
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Al 1492 risale il restauro aragonese
dell’unico portale romanico superstite (quello sul fianco nord-ovest),mentre tutti gli altri vennero aperti in epoca aragonese con forme gotico catalane. |
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Sotto la navata centrale si trova un’ampia cripta, ottenuta dalla trasformazione di un’area cimiteriale preesistente, nella
quale sono conservati alcuni sarcofaghi risalenti all’età romana imperiale.
Nella Cripta i restauri del 1946-48 hanno riportato tre arcosoli, dove sono stati collocati i sarcofagi dei tre martiri turritani. |
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La statua di San Gavino ricorda il ritrovamento delle reliquie dei Santi Martiri (Gavino, Proto e Gianuario,
insieme ad altri santi) avvenuto nella Basilica Turritana nell’anno 1614.
L’ “invenzione” dei martiri fu promossa dall’arcivescovo sassarese Manca Cedrelles che celebrò solennemente l’avvenimento
trasportando in processione i sacri resti nella Cattedrale di Sassari dove rimasero fino al 1620.
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